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giovedì 28 ottobre 2010

FRANCIA E ITALIA: MOLTE SIMILITUDINI E POCHE DIFFERENZE

Fare come in Francia. Questo è il titolo dell’evento tenuto a Roma, nella sala delle Bandiere presso la sede italiana del parlamento europeo, con protagonisti il segretario francese del partito comunista, Pierre Laurent, e il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero. Durante l’incontro, il titolo è diventato mano a mano per noi italiani un imperativo; la nostra situazione si avvicina quasi alla specularità di quella francese. “Medesimo contesto neoliberale, con effetti accresciuti nella crisi, e ci confrontiamo con le destre populiste”, spiega Laurent, “ma nell'ultimo periodo in Europa si è creata una forte resistenza sociale, con gli scioperi generali in Spagna, Grecia e Francia, lo sciopero della FIOM del 16 Ottobre e la manifestazione europea a Bruxelles, che crea dunque un contesto nuovo ed incoraggiante”. Soffermandoci sulla situazione transalpina, il segretario del PCF ha definito il movimento nato per opporsi alla riforma delle pensioni (che dovrebbe portare l’età di pensionamento tra i 62 e i 63 anni) come “il più importante degli ultimi anni”. L’unità dei sindacati francesi uniti sotto lo slogan “non devono essere i lavoratori a pagare la crisi”, le 6 giornate di protesta convocate da settembre fino ad oggi (con un’altra in preventivo) e dove la più grande ha portato in piazza tre milioni e mezzo di persone, duecentocinquanta mila firme in appoggio alla proposta alternativa del PCF, ha portato il governo a perdere politicamente questa battaglia, nonostante l’approvazione sicura del provvedimento del Presidente Sarkozy. “mantenere il movimento e costruire l’alternativa politica” sono gli obiettivi del PCF e del Front de Gauche, l’alleanza a sinistra formata dal PCF, una costola del Partito Socialista, Parti de Gauche, e una costola della formazione troskista NPA, Gauche Unitarie. Interessante è la situazione del Partito Socialista Francese. Ha molte ambiguità: nel 2005 al referendum per la ratifica della costituzione europea ha dato indicazioni di voto per il sì dopo una lunga battaglia interna, ma il 66% dei suoi elettori ha votato no; nelle manifestazioni gran parte dei militanti socialisti hanno partecipato agli scioperi mentre Aubry, segretaria PS, ha dichiarato pubblicamente che non è sbagliato andare in pensione a 62 anni, scatenando aspre polemiche e scalpore nella base e portato ad un lungo dibattito che ha fatto perdere al PS il treno delle proteste del movimento e ad una proposta di alternativa alla riforma molto poco credibile. “Tra i sindacati, uniti nella lotta, esistono comunque delle differenze nella soluzione”, continua Laurent, “noi non vogliamo un dibattito fra il PCF e il PS, noi vogliamo mettere in visibilità i problemi e in evidenza la nostra proposta di sinistra, così da mettere in evidenza anche queste contraddizioni del partito socialista”. Paolo Ferrero mette in evidenza le poche differenze: “mentre in Francia i sindacati sono nella stessa parte e la crisi sociale porta ad una crisi politica, in Italia la crisi politica porta ad una crisi di civiltà con i sindacati divisi. Occorre che La Sinistra Europea abbia una prospettiva più politica per contrastare anche una visione gerarchica dell’Europa Unita, portata avanti da Germania e Francia; in più per non lasciare soli i lavoratori occorre far durare il movimento”. Ferrero si sofferma poi in una riflessione: “mentre il nostro sessantotto era avanti rispetto a quello francese, oggi il movimento transalpino è avanti rispetto a noi e quindi bisogna, veramente, fare come in Francia”.

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