Pagine

IL 20 GENNAIO TUTTI A ROMA! "ACCOGLIENZA" A SARKOZY, MERKEL E MONTI!

lunedì 27 dicembre 2010

Risposta al mio amico Emanuele.

Caro Emanuele,

Ho letto il tuo ultimo post dal titolo "Perchè non mi sento rappresentato", nella quale spieghi i motivi per cui non ti riconosci nel movimento studentesco che ha portato in piazza studenti, ricercatori, gente comune e movimenti. In questo scritto affermi di non avere "alcuna intenzione di svolgere in maniera generale alcuna analisi sulle manifestazioni contro il DDL Gelmini"; in realtà fai qualcosa di più: delegittimi di fatto l'intera portata della protesta. Provo sinteticamente a spiegarmi: Le assemblee come dici tu, sono state fatte. Sono state fatte a partire dalla discussione della L.133 del 2008. A queste assemblee hanno partecipato in primis gli interessati; a seguire i movimenti e quei pochi partiti che hanno sostenuto sin dall'inizio la questione. I media, compresi quelli più duri verso questo governo, per esempio Repubblica, hanno aiutato molto più tardi la protesta degli studenti e dei ricercatori, permettendo di allargare il fronte del no. Questo fino alla approvazione finale della 133 (ricordo che proprio in quel periodo i sondaggi davano per la prima volta in calo il governo); da quel momento in poi, nonostante l'oscuramento mediatico volontario o coatto, si è cercato di tenere in piedi la lotta contro questo scempio. Da queste assemblee sono nate le idee e il progetto di difendere una scuola, una università, una ricerca pubblica, libera e laica. Conosciuto il testo del Ddl approvato qualche giorno fa(estate 2010) si è discusso e deciso di occupare le facoltà. Il corteo del 22 ha voluto toccare la Roma popolare, in contrapposizione con la zona rossa voluta per far credere ai senatori di avere un consenso che in realtà non hanno. Tutto questo si contrappone alla tua visione ("Pretendo che chi decide di impegnarsi, che chi intende sviluppare un suo sguardo politico sul mondo, lo faccia con continuità, investendo tempo e studio, con sacrificio e umiltà"). Dici anche: "E mi sono decisamente rotto di tutta la mitologia annessa alla cosiddetta generazione "no future". Non capisco perché dovremmo essere diversi da chi negli anni '50 si è dato da fare e il proprio futuro lo ha ottenuto, partendo da situazioni molto peggiori dell'attuale. Non capisco perché non si faccia nulla per modificare questo dibattito così perverso". Ora ti chiedo: 1)E' possibile poter studiare senza pensare all'affitto, a trovare un lavoro? dobbiamo per forza accettare il ricatto?; 2) Negli anni '50 il figlio dell'operaio non usciva da quel ambiente. Lo sai che erano veramente pochi coloro che ce la facevano?(primi risultati positivi verso la metà degli anni sessanta). Avrei altre cose da dire, ma spero di poterlo fare con te vis à vis.

Un saluto fraterno
Giuliano.