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sabato 14 gennaio 2012

A CHI DICE CHE GLI ISCRITTI AI PARTITI SONO TUTTI LADRI


Oggi stavo parlando con una compagna. La compagna mi dice: "hai letto la lettera sul blog di Claudio?" (Grassi, dirigente del partito di cui faccio parte). "No, ho letto qualcosa che parla di Liberazione", rispondo con sorpresa. "Nei commenti, mi sono commossa". Torno a casa, incuriosito. Cerco il nome che la compagna mi indica. Gaetano, e incomincio a leggere (http://www.claudiograssi.org/wordpress/2012/01/limpegno-senza-riserve-per-sostenere-liberazione/comment-page-1/#comment-36103 )

"Non è assolutamente facile,per niente,ma la decisione di togliermi la vita,forse, rimane l’unica strada percorribile, per provare a mettere in salvo quello che rimane della mia vita e della mia famiglia.
Una famiglia da statistica: entrambi i coniugi dipendenti pubblici, una figlia studente universitaria, un mutuo,alcuni impegni finanziari presi, e il buco nero di un reddito accessorio che all’improvviso scompare e la banca che ti richiede il rientro immediato di un fido sostanzioso, concesso per la ristrutturazione.
Succede che la somma dei tuoi due stipendi non serva più nemmeno a pagare la rata di mutuo, e che la banca non può rinegoziartelo,ma solo sostituirlo,e che avviata la procedura,che oramai dura da 7 mesi, esige e pretende che tu non venga iscritto in nessuna centrale rischi bancaria o di consumatori, e che per far fronte alle scadenze, acquisti soldi al nero,e ti staccano il telefono perché non hai onorato la bolletta, e che riduci la tua alimentazione ad un pasto al giorno,e non puoi mandare tua figlia a seguire i corsi all’università perché ti cominciano a mancare anche gli spiccioli per l’autobus,e che il salumiere ti chiama ripetutamente per il saldo,e non ti resta che piangere di nascosto ed in silenzio.
Un tempo che distrugge la dignità e la speranza,la sensazione di essere arrivato al punto di non ritorno,tanto tra poco si presenteranno gli sgherri che ti hanno prestato soldi a strozzo per non farti risultare cattivo pagatore,ed un sistema creditizio che draga e recupera soldi che hanno una chiara origine mafiosa e di malaffare,quindi non tanto inconsapevolmente ricicla denaro sporco.
Questo governo,in tutte le sue componenti, non pone assolutamente alle sue attenzioni, la messa in sicurezza di milioni di italiani come me,ancora in grado di pagare,ma su un tempo più lungo.
Svolgo un lavoro,pubblico, con una mansione, che pone la mia vita in pericolo ogni giorno. Il non rispetto di poche prescrizioni mi rendono immediatamente cadavere, ma con una assicurazione che permette alla mia famiglia di conservare la casa e di uscire da questo incubo.
Non sono depresso,ma stanco. Consapevole che lo spazio per mediazioni o di ancore di salvataggio, per me ,e milioni come , non ci sono o peggio non sono previste.
L’unico dolore che provo è per il dolore che provocherò a mia moglie e mia figlia, ma con la consapevolezza di stare per compiere una operazione finanziaria non aggredibile da protesti e spread".

Aveva ragione la compagna. Leggendo tutta la lettera, non solo mi commuovo anche io, ma provo il misto tra senso di rabbia e voglia di fare qualcosa.

Leggo anche le risposte a questa lettera, e vedo che non sono il solo ad avere queste emozioni.

"Caro Gaetano,
hai lo stesso nome del mio caro papà e come te, anche lui ha svolto per anni un lavoro che lo metteva a rischio ogni giorno.
Chi ti parla è una disoccupata, mamma di due ragazze, che ha 42 anni e quindi fuori dal mercato del lavoro. Un marito con uno stipendio a rischio è che è rimasto senza lavoro per sei mesi di seguito.
Conosco il tuo dolore, ci si sente privati della dignità, è vero!
Però una cosa ti dico, non ho smesso mai di pensare ad un futuro un pizzico migliore, fosse solo per le mie figlie e per i figli degli altri.
Battiti invece di abbatterti.
Alza la testa e non fare il gioco di chi ci vuole schiavi e sottomessi ad un sistema che non abbiamo voluto noi! Denuncia, urla al mondo quello che provi, non tacerlo!
Ti prego, da essere umano, di guardare a chi ha meno di noi al mondo eppure, nonostante ciò sopporta, giorno per giorno, la fame, le ingiustizie e l’indifferenza del mondo.
Non negare ai tuoi cari la tua presenza, piuttosto condividi con loro le difficoltà.
Pensi che sarebbero felici con qualche spicciolo in tasca e senza te? No caro Gaetano. La cosa più importante sei tu e il tuo stare vicino alla tua famiglia.
meglio un pasto al giorno e avere il mio papà vicino che mangiare due volte al giorno e non potere più gioire del suo affetto e della sua presenza.
Sù la testa Gaetano, io sono con te!"
"Caro Gaetano a scanso di equivoci ti chiarisco subito che chi ti scrive è una persona che sostiene il diritto di autodeterminarsi fino anche all’ambito di poter decidere se stare o meno su questa terra. Dopo aver letto il tuo messaggio però non posso fare a meno di scriverti. Il momento che viviamo è drammatico, su questo non ci sono dubbi, così come la situazione che descrivi merita profondissima considerazione, lungi da me non ritenere quello che dici durissimo da sopportare.
Non posso però sottrarmi dal portarti il punto di vista di un figlio che vive una situazione famigliare piuttosto complessa, e che non può fare a meno di pensare alle conseguenze di quello che proponi.
Anche assumendo la cinica ottica di bilancio che proponi, il danno che arrecheresti alle persone che ti vogliono bene sarebbe infinitamente e incommensurabilmente più grande del vantaggio che ne otterrebbero. Quale figlio sarebbe disposto a barattare il piacere della vita al fianco dei propri cari per la tranquillità economica? Il valore della famiglia, qualsiasi cosa questo voglia dire, si vede proprio nei grandi momenti di difficoltà e ti assicuro che se opterai diversamente, quand’anche dovessi finire in guai finanziari i tuoi cari avranno te e tu loro, e qualsiasi cosa possa accadere questo varrà molto più di qualsiasi casa proprietà somma di danaro. guarda non si tratta di un mieloso appello alla vita, lungi da me, ma la sicurezza di avere un padre a proprio un valore per qualunque figlio.
Ti ripeto io vedo la cosa dal punto d vista di un figlio che per i suoi genitori vive delle limitazioni, ma queste limitazioni sono ampiamente ripagate dalla possibilità di continuare a stare assieme.
Non darla vinta alle banche, non arrenderti.
Il fatto di avere condiviso con questa comunità un messaggio così importante spero riesca a darti la forza per ridiscutere le tue proposizioni, spero tu legga questo messaggio e quelli che seguiranno.
Uniti siamo milioni e siamo una forza, soli siamo vinti.
Anche uno in meno, uno che si arrende è per tutti noi una grave perdita e ci rende tutti più deboli; in questa fase storica siamo tutti quanti indispensabili."
Poi leggo anche il commento di un compagno dirigente nazionale di partito, e leggo:

"Caro Gaetano, leggo solo ora il tuo messaggio, le risposte dei compagni, la tua replica. E’ difficile esprimersi su un problema che investe innanzitutto te, la tua famiglia, i tuoi propositi (pur essendo tutto ciò parte di una condizione che purtroppo riguarda oggi, chi più chi meno, un’intera collettività): su questo, nessuno potrebbe permettersi di sindacare. Ma da quello che hai scritto (e replicato) ti percepisco come uno di noi: lo percepisco già per il solo fatto di aver tu condiviso la tua sincera (ed estrema) riflessione con questa comunità di persone, con le compagne e i compagni. E’ per questo che mi sento in diritto di inviarti queste poche parole. Non so come e quando possa risolversi la tua situazione di grave difficoltà materiale. Ma, come ti hanno detto Lilly e S., anche io vorrei dirti di non sentirti solo. Non sei solo. La barbarie di questa società non merita il sacrificio della tua vita. E penso che per i tuoi cari sia molto meglio un Gaetano in grave difficoltà economica ma vivo e vegeto. E casomai incazzato. Se posso permettermi, anche la battaglia politica di chi non si rassegna allo stato di cose presente ha bisogno della tua incazzatura (e anche della tua amarezza). Non ti conosco, ma consentimi di abbracciarti comunque".

leggendo le risposte, Gaetano risponde così:
"Care e cari compagni,è la mia abnorme solitudine,condizione sopportata da tanti,da troppi, che mi induce a questi ragionamenti.Non è lucida follia, è la presa d’atto di una sconfitta inedita,la sconfitta delle scelte collettive,della partecipazione.Anche noi siamo smarriti,di fronte all’inverosimile attacco dovremmo organizzare reti di solidarietà,non per me,ma per chi vive condizioni di estrema emarginazione.E’ il disprezzo di ogni singola soggettività,e della vita dunque,che ci da la misura della barbarie.Dovremmo costruire argini dietro i quali tutti,nessuno escluso,si senta parte di una idea diversa del mondo e della sua pratica.Casse di mutuo soccorso,case del popolo,medici e avvocato a disposizione degli ultimi.Senza pietas cristiana,ma con la consapevolezza che ognuno di noi vale dignità.
In qualche modo mi sento rinfrancato ed in qualche modo mi sento ancora parte di un progetto.Vi ringrazio,sentitamente".

La mia commozione allora diventa consapevolezza, quella di stare in un partito che non lascia soli i compagni in difficoltà, che anzi ricorda che non bisogna mai lasciarsi andare e arrendersi alle difficoltà, che bisogna lottare contro chi ti permette di fare questi pensieri. 

Mi dispiace per i Grillini, ma sì. I partiti non sono tutti uguali. I nostri compagni, di ogni livello, non sono ricchi dai finanziamenti. Voglio essere polemico: sì siamo ricchi, ma di umanità, solidarietà e tanta voglia di lottare contro chi ci fa sentire soli.