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lunedì 22 novembre 2010

RINNOVARE NOI STESSI PER FAR DURARE LA NOSTRA UNITA'


Vorrei innanzitutto scusarmi per i mancati aggiornamenti di questo blog, ma ho preferito aspettare e affrontare il congresso fondativo della Federazione della Sinistra, soggetto politico in cui mi riconosco. E sarà l'argomento di questo post. Ho assistito a questa due giorni all'Ergife molto importanti per me e per tutt* i compagn*, perchè effettivamente si va ad invertire la rotta. Ma devo essere sincero: alcune cose mi sono piaciute, altre non mi hanno soddisfatto. Quest'ultime le voglio dire per poter chiarire il mio pensiero: i compagni più critici hanno utilizzato le peggio cose. Mi ha colpito in particolare e negativamente, l'intervento di un delegato calabrese il quale rimaneva di stucco non vedendo la parola comunista nel nuovo contrassegno elettorale; altri che volevano ancora le parole "rifondazione - Comunisti Italiani";molti dicevano che è stato un congresso senza idee, senza una prospettiva, inadeguato e inutile anche per colpa dei delegati "scelti dall'alto". Mentre la questione del simbolo è inutile, in quanto non solo c'è un simbolo che permette di identificare bene la nostra connotazione politica, falce e martello, ma anche l'utilizzo della sola sigla "Federazione della Sinistra" permetterà di farla conoscere agli elettori (pochi sondaggi utilizzano questa sigla, molti erroneamente quella Rifondazione - Comunisti Italiani), merita una mia visione sul secondo punto: i delegati. Mi trovo in parte d'accordo con chi ha criticato la scelta di non delegare compagni eletti dai territori. Era un passaggio molto importante, ma nessuno si è posto una seconda domanda: Quanti di questi dirigenti sono disposti a parlare con altre forze politiche? Spiego meglio il concetto: molti di loro hanno fatto parte, nel bene e nel male, di scissioni, di aspri litigi, di chiusure verso compagni, eccetera eccetera. Principalmente, infatti, si è parlato delle alleanze per motivi prettamente politici o perchè hanno ormai compromesso i rapporti con nostri ex compagni? Vorrei sintezzare il mio pensiero parafrasando un passo del discorso del portavoce nazionale dei Giovani Comunisti, Simone Oggionni: "occorre un rinnovamento delle pratiche, dei linguaggi, nel partito". E per farlo occorre che alcuni compagni si facciano da parte e diventino compagni che supportano, grazie alla loro esperienza umana e politica, una classe dirigente nuova, fresca e capace. Il successo dello spezzone giovanile del 16 Ottobre ne è la prova. Una classe dirigente nuova e coadiuvata dai membri esperti infine ci aiuterà a fare non solo più passi di qualità, ma anche aiutare l'unità, perchè con l'unità si rinnova lo scenario politico, ma rinnovando noi stessi aiuteremo una duratura unità nelle lotte, nei progetti, e nelle idee nuove, ovvero contenuti che aiuteranno l'unità a sinistra.

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