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venerdì 26 novembre 2010

ANCHE L'OPERAIO VUOLE (ANCORA) IL FIGLIO DOTTORE!


I primi sondaggi che davano il governo Berlusconi in calo furono pubblicati pochi giorni dopo le prime manifestazioni dell'Onda, il movimento studentesco sorto per bloccare il decreto legge 133 (Decreto Gelmini), nell'Ottobre 2008. Nonostante una persistente voglia di lottare per il proprio futuro, che stranamente ha coinvolto studenti di vario livello (pure le elementari!), L'Onda non riuscì a rompere lo scoglio. L'approvazione a passo forzato del decreto ha affievolito il fronte degli studenti, unici allora a protestare con forza contro il provvedimento governativo; i giornali e le tv hanno piano piano abbandonato anche loro la protesta, dopo aver raggiunto lo zenit con i fatti di Piazza Navona. Sono passati due anni dall'Onda. Di acqua sotto il mulino ne è passata parecchio: un governo indistruttibile sembra ora un gigante di argilla. Prima Scajola e la casa "a sua insaputa" vicino al Colosseo, l'uomo che lo doveva sostituire al dicastero, Brancher, lascia in quanto il posto da Ministro era solamente un jolly per evitare il processo in corso a Milano; Il miracolo in Abruzzo si è rilevato quello che è: un bluff in cui i pochi a guadagnare erano i palazzinari e i vertici del governo, fra cui il sottosegretario Bertolaso; le varie riforme presentate dal governo sono in realtà meri tagli di bilancio senza alcuna prospettiva; un PDL spaccato, che con la melina del "stacca la spina tu-no,staccala tu" e gli scandali casa a Montecarlo, casa nell'isola Antigua, e nipoti di Mubarak, hanno portato ad una crisi interna senza precedenti. Ma per avere un divorzio consensuale fra Fini e Berlusconi, dovremo aspettare il 14 dicembre, giorno in cui è fissata la discussione della mozione di sfiducia presentata da PD e IDV e del documento di fiducia e sostegno dei Berluscones. E intanto il governo continua con arroganza nel suo intento. La Gelmini vuole fare approvare il ddl che di fatto è l'esecuzione del decreto del 2008. Il fatto che a decidere il futuro di ricercatori, precari e non, studenti, lavoratori sia un governo in putrescenza e a scadenza, ha riattivato la protesta del mondo del sapere. Licei, Facoltà (fra cui quella di Architettura, a 300 metri dal parlamento), rettorati e luoghi simbolo italiani tutti occupati. Gli studenti, che in questi giorni hanno dato vita a cortei non autorizzati in tutta Italia e che a Roma sono quasi riusciti a entrare a Palazzo Madama, sono riusciti a fare rimandare l'approvazione del disegno governativo a martedì prossimo. Possiamo, noi tutti, fermare questa "riforma" che non vuole i figli degli operai dottori, visto che nel 2012 i tagli colpiranno le borse di studio pesantemente, il blocco dei turn-over ridurrà l'offerta formativa. Martedì, la spina la staccheremo noi.

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